Oggi vogliamo condividere con voi un interessante osservatorio realizzato da Uala, sito e applicazione leader nel Sud Europa dedicato al mondo beauty e wellness.
Lo scopo è quello di ottenere uno strumento utile per capire le aspettative dei consumatori, delle aziende e dei professionisti di questo settore e per riprogrammarne la partenza da un punto di vista normativo e gestionale.

Uala ha svolto, infatti, un’accurata indagine che ha coinvolto 537 saloni di bellezza e 4.281 consumatori in Italia, Francia e Spagna, intervistando consumatori, saloni di bellezza e top manager dei brand beauty tra il 6 e il 17 aprile 2020. Ne ha parlato lunedì scorso ai nostri microfoni Giampiero Marinò, COO di Uala Group, e potete rivedere nel video la sua intervista.

Ma vediamo insieme, punto per punto cosa è emerso da questo osservatorio.

Innanzi tutto l’importanza della digitalizzazione: il lockdown causato dal diffondersi del Covid-19, infatti, ha favorito l’adozione e l’utilizzo di strumenti digitali in ogni fascia di età e classe sociale e, probabilmente, molte delle abitudini assunte durante le quarantena, come appunto un massiccio utilizzo degli strumenti digitali, rimarranno vive anche nella fase 2.
Il 66% degli intervistati dichiara, infatti, di aver intensificato l’utilizzo di strumenti digitali durante il lockdown e vorrebbe usufruire in futuro di questi servizi (come la prenotazione online del proprio trattamento di bellezza); quasi 1 utente su 5 (19%) sceglierà il proprio salone in base alla sua presenza e prenotabilità online.
Naturalmente, essendo anche l’unica possibilità, durante il lockdown molti hanno optato per trattamenti beauty fai da te (chi si è tagliato i capelli, chi ha cambiato colore, chi si preparava trattamenti home made, ecc) e, di conseguenza, tantissimi consumatori si sono avvicinati in fretta al mondo dei prodotti di bellezza professionali, spesso chiedendo aiuto e consigli al proprio professionista di fiducia su come effettuare a casa trattamenti di bellezza. Molti parrucchieri hanno, quindi, sfruttato i canali social per fare tutorial e mantenere vivo il contatto con le clienti aiutandole nell’utilizzo dei prodotti o mandando kit ad hoc a casa.
In questo modo un quarto dei consumatori dichiara di essere diventato esperto in acquisti di prodotti di bellezza online, attraverso siti ufficiali dei brand beauty o siti e-commerce multibrand scoperti attraverso i motori di ricerca, e ne farà utilizzo anche una volta terminato il lockdown, risparmiando in alcuni casi sul trattamento di bellezza in salone.
Questo è un aspetto molto importante e, certamente, non trascurabile, per il parrucchiere che, se vorrà entrare in gioco, dovrà quindi dotarsi di un sito e-commerce funzionale e facile da utilizzare, essere allineato ai prezzi di mercato dei prodotti e curare l’esperienza della consegna, sfruttando la prossimità e la presenza sul territorio come vantaggio competitivo, offrendo una varietà di opzioni.
Nonostante tutto, però, dall’analisi non risulta esserci una chiara consapevolezza di questo fenomeno in quanto solo il 28% dei saloni nei tre Paesi considera il canale online come imprescindibile dopo il lockdown. Il 41% è ancora indeciso e il 31% lo considera solo uno strumento temporaneo o a cui è sostanzialmente contrario.

Un altro punto importante riguarderà la flessibilità oraria e la gestione delle prenotazioni. La gestione delle prenotazioni e la capacità dei saloni di riorganizzarsi e ridistribuire il flusso di clienti lungo fasce più ampie della giornata e/o in giorni della settimana meno affollati costituirà un elemento determinante per superare la crisi. I titolari di saloni dovranno valutare di ampliare la fascia oraria di apertura, suddividendo il personale per turni, di rimanere aperti anche la sera (fasce orarie serali sono più gettonate di quelle mattutine) e forse anche il lunedì al fine di diluire l’afflusso dei clienti nel corso di tutta la giornata.

Un aspetto interessante che è emerso è la fedeltà dei clienti nei confronti del loro salone di fiducia: il 62% degli utenti, infatti, ha dichiarato fedeltà al proprio salone di bellezza, come atto di solidarietà per sostenerlo economicamente nella nuova normalità. Inoltre, sono state apprezzate iniziative, utilizzate anche nel campo del turismo e della ristorazione che, attraverso abbonamenti o gift card garantiscono l’erogazione di servizi futuri a prezzo scontato, ma alla condizione di ricevere i pagamenti in anticipo (pago adesso a prezzo ridotto un servizio di cui usufruirò dopo la riapertura).

Parlando di previsioni future i dati emersi non sono molto incoraggianti, infatti, 61% dei saloni intervistati si aspetta che il 2020 sarà un anno peggiore del 2019 dal punto di vista del fatturato e che per tornare a livelli di fatturato precedenti alla crisi sanitaria, saranno necessari più di 4 mesi dalla fine del lockdown.
La conclusione è che i prossimi mesi saranno duri per molti professionisti del nostro settore e che la nuova normalità sarà un’arma a doppio taglio in quanto, da una parte, permetterà un grande salto in avanti all’intero comparto, modernizzandolo e creando valore per il cliente finale, dall’altra colpirà duramente tutti quei saloni e quelle attività che non riusciranno ad adattarsi al nuovo scenario (ad esempio, quelli strutturalmente meno attrezzati degli altri, piccoli e/o già in difficoltà pre-crisi).

Sulla base dei dati ottenuti con questo Osservatorio, Uala ha voluto fornire alcune raccomandazioni a tutti i professionisti della bellezza: favorire le prenotazioni online e pensare a nuovi canali di ricavi, come ad esempio l’e- commerce; applicare principi di pricing dinamico valorizzando e monetizzando le fasce orarie più richieste (strategia però rischiosa in quanto non in molti sarebbero disposti a pagare di più), oppure spostando parte della domanda su fasce orarie insolite o giorni tipicamenti “scarichi”, anche con promozioni aggressive se necessario; adottare una gestione analitica del salone di bellezza con l’utilizzo di software gestionali e con la consulenza di professionisti della gestione aziendale; consolidamento per aggregazione dei saloni più piccoli che strutturalmente, per dimensioni fisiche o numerosità dello staff, farebbero fatica a gestire le distanze di sicurezza e orari di apertura dilatati basati sulla turnazione. E, infine, ultimo ma non meno importante: NON PERDERSI D’ANIMO. MAI.

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